Non si capisce come, ma succede di
entrare in un vivaio ben fornito, uno di quelli dove vanno tutti,
immensi, pieni di piante e di giadiname di ogni tipo, e di
trovare un vasetto di liquirizia. Cosa ci farai mai con una pianta di
Glycyrhizza glabra ??
Annusi le sue foglie e pensi: “tutto sommato è un'aromatica come
tante altre”.. “pochi hanno una liquirizia in balcone” .. “non
vedo l'ora di usarla per farci un dolce, del sapone, un gelato, un
estratto ... per conquistare il mondo!!” …
Quindi tutto preso dall'entusiasmo per
l'insolito acquisto, vai a casa e ti presti a travasare il nuovo
vegetale e/o a collocarlo nel luogo più adatto. Ma quale sarà mai
il luogo più adatto per la liquirizia??? La rete ormai è fonte inesauribile di risposte, per cui ci
si fionda davanti al computer e si incomincia ad interpellare i
motori di ricerca. A volte però si scopre troppo tardi che sarebbe
stato opportuno consultare l'oracolo online prima dell'acquisto!
Perché quella che abbiamo portato a
casa dal vivaio non è per niente uguale alle immagini suggeritemi
dal motore di ricerca. La pianta in questione non ha foglie verdi
opposte, che possono ricordare quelle di un'acacia ( mi perdoneranno
i botanici ), ma è più simile ad una piccola lavanda argentea,
dalle foglie più sottili.
Cosa mi hanno venduto al posto della
liquirizia!!?? Eppure il profumo ricorda quello delle caramelle
gommose !!! In realtà abbiamo a che fare con un elicriso che se potesse, si rivolterebbe dal
proprio vaso per andarsene sdegnato.
L'elicriso è un'asteracea tipica delle regioni mediterranee. Il suo profumo
intenso, specie durante la fioritura, ha delle note iniziali che
possono ricordare effettivamente la liquirizia; in realtà però ha
un profumo più complesso e ricco, dalle grandi virtù
aromaterapiche. In fitoterapia viene utilizzato per le affezioni
delle vie respiratorie e, a livello topico, contro dermatiti e
psoriasi. Dalle parti aeree si ricava un olio essenziale
pregiatissimo ( e costosissimo ), dalle rinomate qualità
profumieristiche ed antisettiche fino alle presunte proprietà
eudermiche ed antiage.
Si usano principalmente le sommità
fiorite, le quali, anche dopo l'essiccazione non cambiano aspetto,
tanto da meritarsi il nome di Perpetuino ( Immortelle in francese ).
Sebbene non si conosca un vero areale
d'origine, l'elicriso è una pianta tipicamente italica ( come
suggerisce anche il suo nome botanico ). La domanda quindi sorge
spontanea: come mai una pianta ben radicata nel territorio, probabilmente autoctona,
viene propinata per un'altra con una facilità imbarazzante? Una
diseducazione botanica veramente importante, soprattutto se si
paragonano le due piante a livello fitografico; chiunque può intuire
che sono completamente diverse!
Tra l'altro anche l'aroma, in verità,
non è poi così simile come si pensa. Come dicevo prima, l'elicriso
ha un profumo complesso che definirlo "di liquirizia" può risultare quasi blasfemo per chi si intende di profumi.
Se questo bisticcio botanico può
essere giustificato, o meglio, motivato e fomentato markettamente
dalle note olfattive, allora attenti a non confondere il perpetuino con la piccola santolina una piantina carina, simile anche nell'aspetto ( almeno per i non addetti ai lavori) all'elicriso, ma dalle proprietà completamente diverse da
quest'ultimo. La santolina è buona da essiccare per profumare la
biancheria, non ha riscontri fitoterapici degni di nota e soprattutto
non ambisce ad essere immortale.
No pure qui, non lo sapevo! ^_^ Complimenti!
RispondiEliminaehehe ogni tanto anche qui, già!! Grazie :-)
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