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lunedì 21 maggio 2012

Non chiamatemi Liquerizia.. Io sono Immortale!!


Non si capisce come, ma succede di entrare in un vivaio ben fornito, uno di quelli dove vanno tutti, immensi, pieni di piante e di giadiname di ogni tipo, e di trovare un vasetto di liquirizia. Cosa ci farai mai con una pianta di Glycyrhizza glabra ?? Annusi le sue foglie e pensi: “tutto sommato è un'aromatica come tante altre”.. “pochi hanno una liquirizia in balcone” .. “non vedo l'ora di usarla per farci un dolce, del sapone, un gelato, un estratto ... per conquistare il mondo!!” …
Quindi tutto preso dall'entusiasmo per l'insolito acquisto, vai a casa e ti presti a travasare il nuovo vegetale e/o a collocarlo nel luogo più adatto. Ma quale sarà mai il luogo più adatto per la liquirizia??? La rete ormai è fonte inesauribile di risposte, per cui ci si fionda davanti al computer e si incomincia ad interpellare i motori di ricerca. A volte però si scopre troppo tardi che sarebbe stato opportuno consultare l'oracolo online prima dell'acquisto!
Perché quella che abbiamo portato a casa dal vivaio non è per niente uguale alle immagini suggeritemi dal motore di ricerca. La pianta in questione non ha foglie verdi opposte, che possono ricordare quelle di un'acacia ( mi perdoneranno i botanici ), ma è più simile ad una piccola lavanda argentea, dalle foglie più sottili.
Cosa mi hanno venduto al posto della liquirizia!!?? Eppure il profumo ricorda quello delle caramelle gommose !!! In realtà abbiamo a che fare con un elicriso che se potesse, si rivolterebbe dal proprio vaso per andarsene sdegnato.

L'elicriso è un'asteracea tipica delle regioni mediterranee. Il suo profumo intenso, specie durante la fioritura, ha delle note iniziali che possono ricordare effettivamente la liquirizia; in realtà però ha un profumo più complesso e ricco, dalle grandi virtù aromaterapiche. In fitoterapia viene utilizzato per le affezioni delle vie respiratorie e, a livello topico, contro dermatiti e psoriasi. Dalle parti aeree si ricava un olio essenziale pregiatissimo ( e costosissimo ), dalle rinomate qualità profumieristiche ed antisettiche fino alle presunte proprietà eudermiche ed antiage.
Si usano principalmente le sommità fiorite, le quali, anche dopo l'essiccazione non cambiano aspetto, tanto da meritarsi il nome di Perpetuino ( Immortelle in francese ).
Sebbene non si conosca un vero areale d'origine, l'elicriso è una pianta tipicamente italica ( come suggerisce anche il suo nome botanico ). La domanda quindi sorge spontanea: come mai una pianta ben radicata nel territorio, probabilmente autoctona, viene propinata per un'altra con una facilità imbarazzante? Una diseducazione botanica veramente importante, soprattutto se si paragonano le due piante a livello fitografico; chiunque può intuire che sono completamente diverse!
Tra l'altro anche l'aroma, in verità, non è poi così simile come si pensa. Come dicevo prima, l'elicriso ha un profumo complesso che definirlo "di liquirizia" può risultare quasi blasfemo per chi si intende di profumi.
Se questo bisticcio botanico può essere giustificato, o meglio, motivato e fomentato markettamente dalle note olfattive, allora attenti a non confondere il perpetuino con la piccola santolina una piantina carina, simile anche nell'aspetto ( almeno per i non addetti ai lavori) all'elicriso, ma dalle proprietà completamente diverse da quest'ultimo. La santolina è buona da essiccare per profumare la biancheria, non ha riscontri fitoterapici degni di nota e soprattutto non ambisce ad essere immortale.

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