Chi non conosce la Malva? Non bisogna essere etnobotanici per capire che questa pianta è una tra le più utilizzate della penisola.
Di origine europea, la Malva sylvestris è una pianta diffusa in tutte le regioni italiane, dalle zone mediterranee fino in montagna. Le sue proprietà emollienti ed antinfiammatorie sono note sin dall' antichità, come testimonia l' etimologia del nome ( dal greco “malànch-ê”; rendere morbido, molle ). L' uso medicinale della pianta è piuttosto diffuso in molte zone del Vecchio continente, tanto da essere una delle primissime droghe ad entrare nelle farmacopee europee.
Le foglie possono essere raccolte tutto l' anno mentre i fiori vanno raccolti non ancora completamente aperti. Essendo una pianta “pelosa” deve essere pulita accuratamente e raccolta in luoghi assolutamente incontaminati. Il raccolto va fatto essiccare all' ombra e in un luogo asciutto. Si deteriora facilmente
I costituenti principali della Malva sono:
- mucillagini ( 8-10% ),
- tannini,
- antociani ( malvina, malvidina )
- flavonoidi
- polisaccaridi ( questi ultimi presenti maggiormente nelle foglie ).
Le proprietà emollienti ed antiflogistiche derivano principalmente ( ma non solo ) dalle mucillagini, le quali svolgono un' azione lenitiva ed idratante.
A livello topico è un buon lenitivo, decongestionante ed antinfiammatorio. Impacchi di decotto e/o infuso sono utili in caso di scottature, irritazioni della pelle, foruncoli e piaghe, pruriti, emorroidi, gengive sanguinanti, congiuntiviti .
Un metodo comodo e facile per estrarre al meglio le mucillagini è il seguente; in poca acqua si fa bollire della malva ( fiori e/o foglie ) per 5-10minuti. Dopo aver spento il fuoco e atteso un parziale raffreddamento del composto, si mescola intensamente la droga, fino a quando la pochissima acqua del preparato non inizierà ad addensarsi: sono le mucillagini che catturano il liquido e "crescono" sempre più. Si filtra il prodotto e si applica sulla parte interessata sottoforma d' impacco.
Nonostante sia facilissimo estrarre le sue mucillaggini, se non si dispone di un ottimo preservante idrofilo non si possono conservare ( per futuri utilizzi ), e vanno consumate al momento o entro brevissimo tempo.
Sebbene la Malva sia una pianta sicura, piuttosto documentata ed utilizzata, in campo cosmetico non ha trovato tutto quel successo che, a mio avviso, meriterebbe. Sì, ogni tanto compare qualche suo estratto, ma niente di che. Probabilmente a livello commerciale è poco appetibile, non attira perchè è una pianta comune; la vediamo crescere ovunque, quindi siamo abituati alle sue foglie pelosette e ai suoi fiori rosa-violacei. Tra l'altro non emana nessun profumo degno di nota, se non un leggero aroma caratteristico, insignificante e vagamente "simil-fieno". Nulla a che vedere con alcune bellezze floreali esotiche, calde, profumate, sensuali, di cui però la maggior parte delle volte non si conosce nulla in merito, se non qualche millantata proprietà tutta da dimostrare.
Sono rimasto sorpreso quando la Helan, l'anno scorso, le ha dedicato un'intera linea . E' ammirevole come siano riusciti a formulare un'essenza ad hoc per questa linea, molto simile all'odore della pianta originale con l'aggiunta di note talcate e vagamente dolci-erbacee. Il risultato è un profumo davvero originale e decisamente gradevole.
Non ho ancora capito se la Helan sia stata a corto di idee ( dubito ) o se abbia avuto una geniale intuizione: rilanciare la tradizione, senza dover andare a cercare lontano nuove proposte fitocosmetiche.
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